PADIGLIONE 40 – l’Ordine Imperfetto
Liberamente tratto dal romanzo “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Ken Kesey
Con l’acronimo O.P.G. si intende “Ospedale Psichiatrico Giudiziario” una struttura al cui interno venivano rinchiusi i detenuti affetti da turbe e patologie di natura psichiatrica: un’evoluzione, se così si può dire, dei vecchi “Manicomi criminali” rimasti praticamente identici a se stessi dal 1903 al 1975, anno di istituzione degli O.P.G.
Nel 2011, visto lo stato di degrado di tali strutture e la totale carenza di quei metodi di cura che avrebbero dovuto essere, almeno sulla carta, alla base di questi istituti, il Governo italiano ne ha decretato la chiusura. A seguito di ritardi e proroghe gli O.P.G. sono stati definitivamente chiusi soltanto nel 2015 e rimpiazzati dalle R.E.M.S. (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza).
Il Padiglione 40 era il reparto agitati dell’ O.P.G. di Aversa,
proverbialmente riconosciuto da tutti come “anticamera dell’inferno”.
La letteratura e, di conseguenza, il cinema hanno spesso tratto
ispirazione da queste realtà particolarmente drammatiche, mettendo in evidenza come l’unico fine non dichiarato di queste istituzioni totalmente inadeguate, fosse quello di isolare in maniera totale dal mondo civile, e per ben due volte, (una volta come detenuti e un’altra come “pazzi”) individui che, in molti casi, sarebbero stati suscettibili di un recupero che invece la natura stessa dei “trattamenti” subìti rendeva di fatto impossibile, riducendoli alla stregua di animali al tempo stesso feroci ed impauriti: un cocktail che in molti casi può portare veramente al peggio; specie quando si sa che ormai non si ha
più nulla da perdere.
La Compagnia teatrale “Scatenati” che, come si sa, è composta per la
maggior parte da persone detenute, affronta questa volta un viaggio
tragicomico attraverso il drammatico mondo della reclusione psichiatrica, una realtà che in Italia, così come nella maggior parte del mondo, è stata per un’infinità di anni un’autentica vergogna del sistema giudiziario e lo fa ponendosi una domanda molto semplice…
e se un giorno, in uno di questi ospedali, arrivasse un tizio capace di reagire alle violenze e ai soprusi? Alle sevizie e alle costrizioni? Se lo facesse contando solo su se stesso? Sulla propria identità e sul proprio carattere? E se questo individuo avesse in qualche modo un ascendente positivo sui suoi compagni di sventura? Se fosse capace di coinvolgerli scardinando un sistema fondato sull’omertà e sulla manipolazione? Se fosse capace di risvegliare sogni che sembravano ormai sopiti per sempre?
Continuamente in equilibrio fra il sogno e la realtà, spesso in bilico fra una lacrima e un sorriso, questa è la storia che racconteranno per voi gli attori detenuti della Compagnia Teatrale Scatenati del Carcere di Marassi.
Sandro Baldacci – Fabrizio Gambineri
Teatro della Corte 11 – 15 maggio 2016
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